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giovedì 6 settembre 2007

Ollallà

Seguendo l'esempio della zia ho voluto provare anch'io a trovare il mio nick ancestrale. Rosa perchè più attrasimante, lo potete leggere qui sotto.



In effetti cosa più inutile non poteva esserci, però oh, sono una fanciulla silenziosa, cose da dire non ne ho molte.

venerdì 31 agosto 2007

La signora Occhei

Dove sta

D'estate occupa una casettina per niente appariscente, quasi completamente oscurata da alberi piantati lì attorno, forse un po' troppo vicini, e comunque nascosta ai più da un'alta siepe verde. C'è un cancello nero, una strada lastricata, della sabbia che arriva non si sa da dove. La signora Occhei in realtà non abita lì. Credo che sia di Milano, ma la cosa non è in alcun modo interessante. Ha una figlia che l'accompagna qui all'inizio dell'estate e poi viene a riprendersela alla fine.

Chi è

La signora Occhei non ha un nome proprio, o almeno, è sconosciuto ai più (ed io ovviamente sono fra i più), ma si è guadagnata questo soprannome grazie al suo fastidioso intercalare.

Citazione

- Ma che bel cane, occhei? Scommetto che ti piace stare qui con la tua nonna, occhei? Occhei? Occhei? Occhei?!!!!


Cose che sappiamo per certo della signora Occhei:

- le piacciono i pastori tedeschi. Sono i suoi cani preferiti.
- porta i capelli a caschetto.
- è bionda (finta).
- le piace passeggiare e conversare con qualsiasi essere umano le capiti a tiro.
- negli ultimi anni la si vede di meno in giro.
- non manca mai alla messa del sabato.
- ha una naturale tendenza a confondere le zie con le nonne e a non capirlo.

mercoledì 1 agosto 2007

Sotto copertura

Ho letto il titolo di un tg "Troppi debiti scolastici".
Ed ho iniziato a vagare con la mente in un mondo parallelo, fatto di debiti scolastici che siano seri, che siano reali. E cosa c'è di più reale in questo mondo parallelo, se non i soldi?

Ho collezionato parecchi debiti nei miei (per fortuna solo) cinque anni di liceo. Così tanti che non saprei neanche raccontarli, un po' per il totale disinteresse che provavo verso questi debiti, un po' per la generale confusione che ho delle varie estati passate a (non) studiare per (non) recuperarli.

Stabiliamo la cifra forfettaria di 7 debiti - ma erano di più. Se ora si stabilisse che tutti i debiti devono essere ripagati, in questo mondo parallelo, dove ogni debito equivale a x soldi, io dovrei pagare 7x.

Quindi, ho deciso, cambio nome, cambio città, cambio (in)attività, mi do alla macchia. Vi darò notizie, sparse, frammentarie, in incognito.

Cercate l'attrasimanza attorno a voi, e saprete che sono io. Oppure un qualche mio seguace.

D'ora in poi, sarò sotto copertura. Ho troppi debiti da saldare.

domenica 8 luglio 2007

Attrasimante

Visto che mio fratello se ne inventa di tutti i tipi, pensavo a come nascono le parole. Ho deciso di fare un esperimento e vedere come e se si può diffondere una parola assolutamente inventata e dal significato oscuro se non si hanno a disposizione dei potenti mezzi di comunicazione di massa.

La cosa è subito parsa difficile visto che ci ho messo due giorni interi ad impararla io, 'sta parola.
Però dopo un po' viene naturale, soprattutto se la infilate in ogni discorso. La parola è attrasimante.

Si tratta di un aggettivo/avverbio. Ma diventa sostantivo facilmente, attrasimanza. E se proprio volete esagerare, può essere verbo, attrasimare. Coniugate a piacere.


Esempi utili di frasi:
Eh, ma come sei attrasimante oggi!
La situazione si sta facendo attrasimante.
Che caldo attrasimante!
Che post attrasimante che sto leggendo...
Mi sa che stiamo esagerando con l'attrasimanza


e così via.

Il significato di attrasimante è secondario, in questa fase. O meglio, può assumere connotazioni positive o negative a seconda del momento. Ma comunque visto che nessuno conosce la parola potete dire che è quello che volete.

Mi raccomando, diffondete il verbo.

mercoledì 20 giugno 2007

Tutti al mare...

Non entrare in acqua che ti bagni!

E per un attimo il mondo si ferma. Devo assolutamente capire chi l'ha detto. Mi giro e c'è questa signora, una nonna molto probabilmente, che si rivolge al nipote di 6/7 anni al massimo.
Una domanda sorge spontanea: Ma lei signora, l'aveva mai visto il mare?
Se non l'aveva mai visto, si può comunque ritenere che sapesse che ci fosse l'acqua. Aveva un costume lei e uno il bambino. Per lo meno sapeva del caldo. E quindi che l'acqua bagnasse, l'avrebbe dovuto sapere.

E se oltre a sapere che il mare c'è l'acqua la malefica signora avesse anche saputo che l'acqua bagnava? Che senso aveva portare il bambino in spiaggia, sapendo che non poteva fare il bagno?
Ma poi, perchè? Cioè, ok, ti bagni. Però poi ti asciughi. Signora, le hanno mai detto degli asciugamani?
E ancora, ma non succede la stessa cosa quando il bambino si fa la doccia? Insomma, si bagnerà anche lì...

Non bastava la scoperta dell'acqua calda. Ci voleva anche quella dell'acqua bagnata, che però, detto fra noi, è un qualche gradino più in su nella scala dell'imbecillità.

Basta, non ce la faccio più. Compatisco il bambino. Ma per essere sicura che la cosa non capiti anche a voi o a qualche conoscente, volevo informarvi.
L'acqua bagna.

Spargete la voce.

sabato 26 maggio 2007

Varie ed eventuali - aggiornamenti

Me ne sono accorta quando sono arrivata in ritardo di un'ora e 45 minuti ad una lezione. Quello è stato l'apice di una settimana perennemente in ritardo. Al che, ci ho pensato un attimo: se sono sempre in ritardo, qualcosa vorrà pur dire. Ho trovato alcune alternative possibili:
a) la tragica mancanza di organizzazione/attenzione mi impedisce di uscire all'ora giusta
b) la pressione bassa mi obbliga a fare le cose con calma e quindi avrei bisogno di più preavviso
c) ho troppa voglia di dormire (scusa che decade quando arrivo in ritardo di pomeriggio o di sera)
d) il tempo è relativo, potresti essere in anticipo tu. sulla stessa lunghezza d'onda anche il sono su un altro fuso
e) il ritardo fisico è in realtà un'inconscia compensazione dell'anticipo mentale.

ho scelto la e).

Altre notizie:

E' vero dovevo finire di parlare di smollovillo, vi ho lasciato appesi (traduzione inglese-diense© da leave someone hanging). Non perdete così tanto, ve lo assicuro. Comunque finirò, un giorno.

Ho degli aggiornamenti sui punti stima, che so che ci tenete:

8000 punti alla Svezia. Purtroppo sto per lasciarla, ma ci tornerò, ah se ci tornerò! leggetela pure come una minaccia, se volete

350 punti alla zia. ha aperto un blog senza dirmelo, ma è talmente divertente leggerlo che non solo la perdono, ma le do anche punti stima.

500 punti per Sarah Silverman, che non avevo idea di chi fosse finchè non ha preso in giro Paris Hilton agli MTV Movie Awards. Se non avete visto/sentito/letto, metto il video qui sotto



200 punti per questo blog che ho scoperto per caso. Già il nome, Nella mutanda di Miranda, mi ispira.
Lo apro e ci sono foto di Tricia Helfer, ovvero il mio cylon preferito. Purtroppo non è un blog su Battlestar Galactica, ma l'idea è comunque geniale.
Questa ragazza si è iscritta a Badoo, uno di quei siti per incontrare l'anima gemella (eh già), e fatto un profilo falso riempiendolo di foto di Tricia Helfer, appunto. Un sacco di gente c'è cascata, e ci casca tuttora, e lei riporta i tentativi di abbordaggio più idioti. Da leggere.

Concludo con un aggiornamento del gioco infinito delle targhe: sono alla 004. Purtroppo le anche viste tutte fino alla 010, ma in ordine sparso e non vale. Vabbè...

domenica 20 maggio 2007

Ho 15 giga liberi


l'ordine è fatto per essere disordinato
il bicchiere è fatto per essere riempito
la nutella è fatta per essere mangiata
la musica è fatta per essere ricordata
la luce è fatta per essere spenta
il tempo è fatto per essere sprecato
le casse sono fatte per essere al massimo
il momento è fatto per essere aspettato
la geografia è fatta per essere dimenticata
la notte è fatta per essere vissuta
il treno è fatto per essere in ritardo
le parole sono fatte per essere cancellate

lo spazio è fatto per essere riempito

giovedì 17 maggio 2007

Vorrei essere...

Vorrei essere un basso. Lo strumento dico. Nella maggior parte delle canzoni, non lo senti neanche. Tutti ascoltano le parole, l'assolo della chitarra, al massimo il piano. Si accorgono quando intervengono i violini, o più raramente i fiati. La batteria è quella che ti fa tenere il ritmo, quella che ti fa battere i piedi, tamburellare le dita.

E poi c'è il basso. Lo devi cercare con l'orecchio teso, e poi lo devi seguire, non lasciarlo mai scappare. E senti che suona una musica tutta sua. Tiene il tempo, sì, certo, ma lo scandisce in maniera diversa da qualsiasi altro strumento. Ha un ritmo tutto suo, a volte sembra che si fermi per ascoltare gli altri, per non distogliere la tua attenzione da tutto il resto.

Perchè il basso entra in gioco senza disturbare, in punta di piedi. Non pretende niente. Non chiede la tua attenzione, come la chitarra urlante, quella presuntuosa. Negli assoli ascolti lei, per forza. E' lì che ti fa sentire quanto è brava, quanto è meglio di te, quanto è il massimo a cui puoi aspirare.

Il basso non ha bisogno di mettersi in mostra. Conosce il suo valore, sa di essere fondamentale. Tiene il tempo e contemporaneamente aggiunge un qualcosa di particolare alla canzone, qualcosa di unico. Non ha bisogno di farsi sentire da tutti. Sa che ci sarà sempre qualcuno che lo apprezzerà, qualcuno che dopo un po' si stancherà di tutte queste chitarre, di tutte queste batterie e che inizierà a cercare, ad inseguire, ad ascoltare il basso. E non lo lascerà più.

E per questo, vorrei essere un basso. Lo strumento dico. O anche solo un giro. Di basso, sempre.